Solo la “Capafresca” ci puo’ risollevare dai tempi che stiamo vivendo, lo ha ribadito con forza ed umorismo chiaramente, durante il suo spettacolo, Giovanni Vernia, ospite della rassegna “Vacantiandu 2024/2025” al Teatro Comunale Grandinetti di Lamezia Terme.

Con questo “coso” in mano siamo schiavi degli algoritmi

Vernia, ma perchè questo titolo “Capa Fresca” ?

“La “Capa Fresca” è l’antidoto ai tempi che stiamo vivendo perché pensiamo di essere liberissimi ma abbiamo sempre questo coso in mano (ndr – il cellulare) con cui scegliamo i film da vedere, con cui guardiamo contenuti sui social costantemente, in realtà siamo soli con noi stessi e siamo schiavi degli algoritmi, sono loro che comandano. Ci dicono cosa possiamo guardare, cosa funziona di più, ci spiano costantemente, poi c’è l’intelligenza artificiale che sta andando veramente per la maggiore e che però sta rubando la nostra fantasia perché alla fine noi non inventiamo più nulla. Ci affidiamo all’intelligenza artificiale ma la fantasia è il bene più prezioso che abbiamo. Qual è l’antidoto a tutto ciò a “Capa Fresca” vedrete che saremo finalmente liberi per davvero.”

L’umorismo è sinonimo di umiltà

Andando a ricercare le sue interviste sul web, sa quale è la parola che ricorre più spesso? Umiltà!

“Per me l’umiltà è anche una caratteristica dell’umorismo. Nel senso che per fare umorismo bisogna comunque mettersi in una posizione di disagio, cioè è molto più facile di fronte a una notizia, ad esempio, indignarsi, invece per fare umorismo su una determinata notizia che potrebbe anche avere dei risvolti negativi, bisogna andare a fondo scavare e ammettere a volte di non saper tutto, perché la televisione ci sta insegnando quello che vedi nei “talent” dove i giudici spesso non hanno nessun tipo di competenza rispetto alle persone che si stanno esibendo e le giudicano, perché sui social dal nostro divano, spesso ci lanciamo in commenti anche spesso molto cattivi e cinici su qualsiasi cosa senza avere quell’esperienza. Invece l’umorismo è sinonimo di umiltà, perché per poter commentare una cosa in modo tra virgolette divertente la devi conoscere molto a fondo, devi scavare per tirar fuori il lato divertente che c’è in tutte le cose, non lo dice Giovanni Vernia, lo diceva Nietzsche che “non si può ridere di tutto e tutti, ma ci si può provare” questo, secondo me, è il senso del collegamento fra umiltà e umorismo.

Molti vivono il lavoro con sacrificio

Lei va anche nelle aziende a parlare di umorismo?

“L’umorismo nelle aziende è una cosa che ho elaborato perché prima di fare come si dice in Calabria “u ciuatu” a tempo pieno io ero uno che ha fatto l’ingegnere per 10 anni, quindi ho vissuto per tutti quegli anni la vita d’azienda vivendola a modo mio, cioè la vivevo con l’umorismo e mi rendevo conto che invece intorno a me c’erano persone molto serie che vivevano il lavoro con molto sacrificio. Allora quando sono passato al mondo dello spettacolo, ho pensato di creare dei corsi per i manager italiani che sono sempre molto rigidi, molto seri, confondono la serietà con la professionalità e in cui appunto racconto aneddoti di vita personale in azienda e spiego come l’umorismo potrebbe essere una chiave di volta per vivere anche più sereni e con più profitto la vita aziendale. Questo è il senso del mio workshop, si chiama così.”

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